L'articolo è stato pubblicato sul quotidiano "La Stampa" giovedì 29 Settembre 2022, è la prima parte di un'intervista rilasciata come Vice Coordinatore della Commissione Innovazione dell'Ordine degli Ingegnerei della provincia di Torino.
Oggigiorno i termini smart home, smart cities e smart grid, sono diventati di uso comune, così come domotica e building automation (ciò che serve per rendere ‘intelligente’ un particolare ambito), puntando sempre più all’ottimizzazione di consumi e l’evoluzione di funzionalità, l’automatizzazione di attività o anche la gestione ad alto livello di sistemi che rendono l’utente finale capace di controllare diversi strumenti attraverso tecnologie dedicate.
A molti sarà certamente capitato di sentir parlare di domotica, soprattutto se si è in procinto di acquistare una nuova casa o ristrutturarne una già esistente, mentre più raramente si sente parlare di Building Automation, eppure, questi termini sono a volte utilizzati impropriamente come sinonimi ma tra loro ci sono delle sostanziali differenze.
L'etimologica della parola domotica, non è altro che l’unione del termine latino ‘domus’ (casa), con il suffisso greco ‘ticos’, che indica le particolari discipline di applicazione e punta a migliorare l’abitabilità e la funzionalità delle nostre case. Storicamente è nata per motivazioni come riduzione e ottimizzazione dei costi di gestione mediante l’aumento dell’efficienza o per convertire ‘vecchi’ ambienti/alloggi aumentandone la sicurezza e conseguentemente migliorarne la qualità della vita.